mercoledì 9 settembre 2015

Il mancato scioglimento del Comune di Roma salverà Carminati (?)

Il partito democratico, il sindaco Marino, l'assessore Sabella e il senatore Esposito hanno sostenuto il mancato scioglimento del Comune di Roma. Bravi! Leggo che il mancato scioglimento verrà usato dal legale di Carminati per sostenere l'inconsistenza delle accuse a lui rivolte. Dice l'avvocato: 'sarebbe singolare che a Roma esistessero tante associazioni mafiose infiltrate nei gangli del Comune senza che lo stesso ne abbia risentito'. Dunque per le vostre poltrone avete salvato un Criminale?

DA IL TEMPO

CARMINATI PARLERA' E ROMA TREMA
Massimo Carminati parlerà per la prima volta in aula? È il legale di Massimo Carminati, il penalista Giosuè Bruno Naso, a diffondere la notizia che in queste ore sta facendo tremare i palazzi della Città Eterna. «Questa volta - spiega il legale intervistato da Radio Cusano - sto cercando di convincere Massimo Carminati a parlare e a rispondere alle domande del giudice. A differenza delle altre volte, quando ci siamo sempre avvalsi della facoltà di non rispondere, quindi, Carminati parlerà. Farò di tutto per convincerlo a parlare e a dire quello che sa - continua l’avvocato - Questa volta ritengo sia nel suo interesse rispondere. Un atteggiamento di chiarimento e apertura da parte di Carminati sarà più utile per l’accertamento della verità dei fatti e per l’identificazione delle sue responsabilità, che non sono certamente quelle di aver dato vita ad una associazione di stampo mafioso». «LA FAMA DI CARMINATI SI BASA SU QUELLO CHE NON HA FATTO» L’avvocato afferma di aver ben compreso le strategie adottate dalla procura di Roma: «Questo processo sta seguendo un copione che noi abbiamo immaginato immediatamente dopo l’adozione della misura cautelare. Davamo per scontato che si sarebbe arrivati al giudizio immediato allo spirare dei termini utili voluti dalla legge e così è stato per la prima tranche. Si è aggiunta un’altra parte di accusa con la seconda tranche e lo si è fatto anche per questa quasi allo spirare dei sei mesi. Sono espedienti con cui si allunga il brodo, si allunga la carcerazione preventiva, che diviene più pesante da sopportare, e si confida in un allentamento della tenuta psicologica degli imputati. È una strategia dal punto di vista formale assolutamente legittima, forse lo è un po’ meno dal punto di vista sostanziale». Nonostante il regime di carcere duro Carminati «ha una tempra morale notevole ed è una persona di superiore intelligenza - riferisce il penalista - Riesce a trovare un equilibrio per affrontare anche il carcere duro. Ma la gente non sa che il carcere duro è una forma di persecuzione e tortura psicologica». Del resto non è la prima volta che l’indagato e il suo avvocato affrontano situazioni simili: «Ho affrontato il processo in cui Carminati era accusato dell’omicidio del giornalista Pecorelli su mandato addirittura del Presidente Andreotti - spiega il legale - Ho affrontato il processo in cui Carminati era imputato per la strage di Bologna. Se dicessi che questo mi preoccupa più degli altri direi una bugia. Ciò che è davvero singolare, e invito tutti a riflettere su questo, è che la fama di Carminati si basa su quello che lui non ha fatto, non su quello che ha fatto. La fama di Carminati si basa su accuse da cui è stato assolto fin dal primo grado di giudizio per non aver commesso il fatto». «QUESTO PROCESSO È UNA COLOSSALE MONTATURA» Sullo scioglimento del Comune il penalista afferma che «sarebbe singolare che a Roma esistessero tante associazioni mafiose infiltrate nei gangli amministrativi ed economici del Comune senza che il Comune ne abbia risentito. La verità è che anche questo noi ce lo aspettavamo e lo davamo per scontato, sarebbe stato veramente un autogol delle autorità, non solo Capitoline, sciogliere il Comune di Roma per mafia. Stiamo parlando della Capitale d’Italia. La legge, però, non si pone problemi di questo genere, non può pensare all’immagine, quindi se infiltrazioni mafiose ci fossero state il Comune sarebbe stato sciolto. Questo a noi conferma che questo processo è una colossale montatura, mi riferisco alla sussistenza di associazioni di stampo mafioso, non al malaffare e alla corruzione che caratterizzava la vita del Comune di Roma, non da uno o due anni, ma da qualche decennio». «MASSIMO CARMINAT NON CONOSCEVA ALEMANNO» L’avvocato Giosuè Bruno Naso parla anche dei rapporti del suo assistito con le autorità: «Carminati e Alemanno? Voi non ci crederete, ma Carminati non conosceva Alemanno. Pochi giorni fa sono stato a trovarlo, mi ha parlato proprio di questo». Ancora: «Se noi fossimo strumenti dei servizi segreti non ci troveremmo al 41 bis. I Servizi lo avrebbero scaricato? Rischiando che poi Carminati parlasse e rivelasse cose? È assurdo pensare che Carminati sia stato pedina dei Servizi segreti. È un argomento risibile».

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