giovedì 23 luglio 2015

Notte sotto le stelle: Loro vogliono allungare il brodo e noi lo riempiamo con proposte e denunce


Il Movimento 5 Stelle a Roma non cede di un centimetro. Chi ha consegnato la città nelle mani dei criminali e garantito un sistema mafioso e clientelare per anni deve andare a casa. Subito. Più cercheranno di allungare il brodo, con la speranza di far dimenticare le loro malefatte, più noi lo riempiremo di proposte e denunce. Per questo il 30 luglio alle ore 19, in piazza Sempione a Roma, parleremo di temi concreti. E' chiaro che Matteo Renzi sta bene attento a non lasciarsi coinvolgere da questa vicenda più di tanto per non rovinare la sua immagine e non perdere ulteriori consensi. Prima della democrazia e del bene della Capitale conta, per questi irresponsabili, non intaccare l’immagine dell’attuale Pd, almeno nell’immaginario della gente. Quale è il motivo principale? La paura che comporta sapere che andare alle elezioni adesso, a Roma, sarebbe una catastrofe per il Partito democratico. Significherebbe dare la guida della città agli onesti. Dunque preferiscono ancora una volta i giochi di palazzo alla democrazia e al bene comune. Tutto senza prendersi un briciolo di responsabilità. La gente non dimentica, e noi faremo in modo di ricordare fino alle nuove lezioni le nostre proposte, ma soprattutto quando sporco sia stato e continua ad essere il gioco di una vecchia classe politica. 

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DAL FATTO QUOTIDIANO

Nella Capitale si sente l'effetto delle inchieste giudiziarie. I Cinque Stelle si presenterebbero all'eventuale ballottaggio come prima forza (32%) davanti al partito di Renzi (26). Nelle rilevazioni sul nazionale Area Popolare rischia di finire fuori dal Parlamento. Mentre la sinistra dei fuoriusciti Pd, Landini e Sel, insieme, non supererebbe l'8 per cento Se a Roma si votasse oggi, il Movimento Cinque Stelle si presenterebbe al ballottaggio da primo partito con un distacco notevole (6%) sul Pd. E’ il risultato di un sondaggio di Tecnè per Porta a Porta. Secondo la rilevazione, gli scandali di Mafia Capitale e i primi due anni di amministrazione Marino hanno prodotto un vistoso calo del Partito democratico in città. 

I Cinque Stelle raccoglierebbero ad oggi il 32 per cento dei voti, davanti al Pd (26). La terza forza, ma a distanza di 15 punti, sarebbe Forza Italia che non supererebbe l’11 per cento. La Lega nella Capitale si fermerebbe al 4. Fratelli d’Italia sarebbe invece il secondo partito nell’area di centrodestra (7%). Sia Sel sia Area Popolare raggiungerebbero il 4 per cento. Certo, sarebbe un risultato in cui il primo partito sarebbe di gran lunga quello del non voto: l’astensione è infatti data al 50 per cento. La stessa “sofferenza” del Pd, tuttavia, sembra emergere – nei sondaggi Tecnè per Porta a Porta – anche a livello nazionale: addio 40 per cento, i democratici sarebbero ad oggi al 32,5 per cento. Il Partito democratico sarebbe comunque il primo partito, ma il Movimento Cinque Stelle salirebbe fino al 25. Il terzo partito è la Lega Nord (15,5), ancora davanti a Forza Italia (12,5). Supererebbero la soglia di sbarramento fissata dall’Italicum Area Popolare (Ncd e Udc, 3,5%), Fratelli d’Italia (4) e Sel (3). L’astensione è data al 53 per cento. Pubblicità Sono risultati “confortati” anche da altri istituti. Per esempio Euromedia per Ballarò. Il Pd è dato al 32,5 davanti al M5s (23). La Lega sarebbe al 15 e Forza Italia al 13,4. Nel campo del centrodestra Fratelli d’Italia raggiungerebbero il 4,1 per cento, mentre Area Popolare si fermerebbe il 2,8 (e così resterebbe fuori dal Parlamento). Sel è al 3,5, mentre l’area a sinistra del Pd in cui confluirebbero Possibile (cioè Civati) e Coalizione sociale (cioè Landini) toccherebbe il 3,9. Infine Datamedia che ha realizzato un sondaggio per Il Tempo. Qui il Pd è dato al 34,2 per cento. Il Movimento Cinque Stelle è al 22,4. I leghisti guidano il centrodestra (15,3), i berlusconiani li rincorrono (12,3), Fratelli d’Italia è al 4,1, mentre anche in questo caso Area Popolare è data virtualmente fuori dalla Camera (2,7). Sel invece ce la farebbe, con il 3,8 per cento. Gli indecisi sono il 17,3 per cento, chi ha già deciso di astenersi il 33,7. Insieme fanno più del 50 per cento.


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