A Roma abbiamo il dovere di unire cittadini, comitati e istituzioni per costruire una città giusta, solidale e partecipata, in cui la pace si traduce in mobilità pubblica, sanità territoriale, scuola accessibile, rigenerazione urbana, legalità, lavoro e transizione ecologica.
Per questo, diciamo no al riarmo e agli 800 miliardi destinati al progetto Rearm Europe. La voce dei territori deve arrivare nei palazzi del potere, e la cultura della pace deve entrare nelle scuole e nella società.
La pace non si proclama: si costruisce, ogni giorno, sotto casa.
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