sabato 16 gennaio 2016

La casa è un diritto



Per Edilizia Residenziale Pubblica si intende quella realizzata, direttamente o indirettamente, dallo Stato, per la creazione, a costi ridotti, di abitazioni da assegnare, a condizioni economiche particolarmente favorevoli, a cittadini con redditi bassi o che si trovino in condizioni economiche disagiate.

Si divide in "sovvenzionata", ossia quella diretta a creare abitazioni destinate ai cittadini che si trovino in condizioni economiche disagiate (le cd. "case popolari"), quando è realizzata da Enti Pubblici (lo Stato, le Regioni e gli altri Enti locali); "edilizia agevolata", quella finalizzata alla costruzione di alloggi da destinare a prima abitazione, realizzata da privati con finanziamenti messi a disposizione dallo Stato o dalle Regioni, a condizioni di particolare favore, e con contributi in conto interessi a fondo perduto; in "convenzionata", ossia quella disciplinata dalla L. 167/1962 con cui è stato stabilito che tutti i Comuni italiani con un certo numero di abitanti dovessero dotarsi di un piano decennale per la realizzazione di case economico-popolari.

Appresi questi termini di natura giuridica, è impossibile non constatare come negli ultimi vent'anni a Roma intorno all'edilizia pubblica si sia aperto un vero e proprio business teso a favorire i soliti "amici degli amici", ancora una volta a scapito dei cittadini.

Le fila dell'esercito dei romani senza casa si sta infatti ingrossando ogni anno. E per la stragrande maggioranza, l'89%, si tratta di persone sfrattate per morosità. Perdi il lavoro, non hai più il reddito e iniziano a saltare i pagamenti dell'affitto. Scattano gli sfratti, che poi diventano esecutivi.

È un allarme sociale di proporzioni drammatiche: in 4 anni, dal 2011 al 2014, solo a Roma sono stati emessi 30.550 provvedimenti di sfratto, di cui 19.683 con richieste di esecuzione.

Parlavamo di business, appunto, perché la casa è stato uno dei temi centrali di Mafia Capitale: l'attività investigativa - si legge negli atti - ha evidenziato come, tra gli interessi della struttura criminale indagata, rientrassero anche gli appalti ed i lavori gestiti dal Dipartimento Politiche Abitative di Roma Capitale, competente, tra l'altro, per il settore dell'emergenza abitativa. Il modus operandi attuato dal sodalizio ricalcava quello già esplorato negli altri settori, ovvero l'applicazione del metodo corruttivo per ottenere vantaggi nell'aggiudicazione di contratti pubblici. Tutto questo ha visto anche il coinvolgimento di Daniele Ozzimo, ex assessore Pd con delega all'emergenza abitativa, recentemente condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione.

Il risultato di questo intreccio tra malaffare e pubblica amministrazione a Roma, nel 2014, per quanto riguarda la casa ha prodotto diversi problemi, tra cui un boom di richieste per "morosità incolpevole", 9.700 provvedimenti di sfratti emessi, 14.000 richieste di esecuzione e 3.500 sfratti eseguiti, mentre le assegnazioni di alloggi popolari procedono a rilento e le situazioni di disperazione si moltiplicano. 

Quello della crisi abitativa è un dramma che l'Italia affronta da decenni, ma che sulla Capitale ha ormai un peso insostenibile, con pesanti ricadute sulla collettività. Equilibrare il settore è un passo imprescindibile se si vuole restituire ai romani la libertà di vivere in modo dignitoso nella loro città.

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