Nel Lazio più di 350 comuni, il 97% del totale, sono stati classificati a rischio idrogeologico dal Ministero dell’Ambiente, di cui 234 a rischio frana, 3 a rischio alluvione e ben 129 a rischio sia di frane che di alluvioni. Chiedere risorse per risolvere il problema delle alluvioni è importante ma farlo senza urlare la presenza di vincoli che fermino la vera causa del dissesto, è inutile. PER CAPIRCI E' COME CURARE UN ASCESSO CON UN ANTIDOLORIFICO INVECE DI USARE L'ANTIBIOTICO. Inutile per una visione futura che non preveda di rincorrere il problema nei prossimi anni che si ripresenterebbe a causa di altra CEMENTIFICAZIONE. Non è una questione solo puramente ambientalista ma soprattutto di sicurezza e rispetto della salute e della vita delle persone. Senza l’approvazione del piano stralcio per l'assetto idrogeologico (PAI) dell'Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, strumento per l’individuazione delle aree, nel territorio di competenza dell'Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, da sottoporre a tutela per la prevenzione e rimozione delle situazioni di rischio il problema non verrà veramente risolto. La dimostrazione è arrivata proprio nei giorni scorsi dove l’assemblea capitolina, in PROROGA a questo strumento, ha votato le varianti di cubatura al PDZ riguardante Acilia-Saline. Inoltre, l’assenza di questo strumento non permetterà la presentazione di un crono-programma completo sugli interventi di tutela dal rischio di inondazione. Necessita una nuova RIPERIMETRAZIONE del territorio che come potete vedere da questa tavola cartografica non inserisce i nostri quartieri nel panorama nazionale del rischio idrogeologico o nell’elenco delle priorità regionali e nazionali.
Se approvi il piano non costruiscono più. Se non costruiscono più non arrivano i voti. si chiama vigliaccheria ai danni della salute pubblica
RispondiEliminaAnalisi giustissima ma quanti soldi servono per risolvere questo problema?
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