Idee e soluzioni, come l’interessante proposta di Alessandro Orsini (Fatto Quotidiano) di vincolare l'entità delle sanzioni da comminare a Putin al numero di bambini uccisi piuttosto che all'andamento complessivo della guerra russa. Un approccio già utilizzato dall'Onu in occasione della campagna militare nello Yemen (2015), durante la quale i piloti sauditi sganciavano bombe all'impazzata colpendo un gran numero di obiettivi civili. In questo modo, l'Onu riuscì a disincentivare il lancio degli ordigni e, di conseguenza, a ridurre i decessi tra i bambini yemeniti. Salvare i bambini ucraini e, più in generale, i civili, è un obiettivo prioritario a cui nessuno può e deve sottrarsi, non lo è di certo il pensiero di fornire all'Ucraina armi sempre più letali o l’aumento di 12 miliardi per spese militari.
Non armi per la Guerra ma idee per la Pace.
Questo deve fare chi si ritrova nel bel mezzo di una crisi sociale (oltre che economica) per la pandemia, e che deve affrontare uno dei periodi più bui in termini di disuguaglianze sociali e che non sa come aiutare le famiglie per affrontare la crisi energetica. E poi come faceva notare qualcuno negli ultimi mesi se i governi rinunciassero alle spese militari per sole 26 ore, avremmo 5,5 miliardi di dollari a disposizione per salvare 34 milioni di persone dalla fame nei prossimi mesi in Paesi piegati da guerra, pandemia e cambiamenti climatici.
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