Sono eventi di importanza mondiale che, per chi si occupa di sport, spingono anche a molte riflessioni. Una è quella sulla parità di genere.
Anche in ambito sportivo, Roma è ancora lontana dagli standard delle grandi capitali europee. Nei ruoli apicali delle federazioni, delle società e delle partecipate, la presenza femminile rimane nettamente inferiore rispetto a quella maschile. Le donne sono numerose (e preziosissime) nei ruoli operativi, tecnici, educativi e amministrativi, ma sono quasi assenti nelle "stanze dei bottoni".
Escludendo le donne si prendono decisioni potenzialmente peggiori, perché ci si priva di un grande patrimonio di professionalità ed esperienza. Anche nello sport, dobbiamo assicurare pari opportunità per tutte e tutti, mettendo il merito al primo posto. Roma deve riconoscere il valore delle donne non solo per le loro capacità atletiche od operative, ma anche per le loro abilità di leadership.
Tutte e tutti devono avere una voce nelle politiche sportive del Paese e della Capitale.
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