sabato 23 marzo 2019

La vertità sulle voragini di Ostia

E’ arrivata l’ora di parlare delle voragini di Ostia che non sono solo quelle lasciate nelle casse comunali dai predatori delle vecchie amministrazioni ma dei veri e propri buchi nell’asfalto. Per anni le amministrazioni hanno buttato milioni di euro di soldi pubblici – perché, con la scusa dell’urgenza, erano solite fare sempre affidamenti diretti - un milione di qua un altro di là - prima Vizzani con la destra poi Tassone con la sinistra, il risultato è stato sempre lo stesso: una toppa che si riapriva - dobbiamo dire sprofondava - dopo un paio di anni.

Le cose sono cambiate con questa amministrazione che ha deciso di indagare innanzitutto sulle cause e lo scorso anno è stato certificato che le responsabilità sono da attribuire alle condotte idriche che sistematicamente cedono provocando crolli. Abbiamo subito preso una decisione: trovare una soluzione definitiva.

Acea su nostra richiesta ha presentato un progetto alla fine dello scorso anno e i lavori partiranno prima di maggio su tutta l’area, risolvendo il problema una volta per tutte e impegnando propri fondi. Chiaro che sarebbe stato facile procedere con una somma urgenza per risolvere immediatamente (e con i soldi dei romani) come hanno fatto quelli di prima, per poi lasciare a chi sarebbe arrivato dopo il problema ma le cose sono cambiate: la responsabilità è la stella cometa del movimento 5 stelle che come potete intuire fa le cose fatte bene.

C’è voluto un po’ di tempo ma con la programmazione si ottengono lavori che durano nel tempo. Ora il cantiere come vedete è stato messo in sicurezza. Comprendo i disagi per i cittadini ma chiedo anche onestà intellettuale perché se quelli che hanno amministrato negli anni precedenti avessero avuto criterio oggi il problema sarebbe risolto da circa quindici anni. Ci avete votato per cambiare e noi manteniamo gli impegni. Chi si lamenta a prescindere non conosce i fatti o è in malafede perché quella che stiamo mettendo in campo è una rivoluzione che mette la parola fine su un sistema che è stato la mangiatoia di tanti.

 

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