mercoledì 26 novembre 2025

Il litorale un asset strategico per la città di Roma

Finalmente il PUA (Piano di Utilizzazione degli Arenili) torna in Campidoglio, dopo la conclusione della Valutazione Ambientale Strategica da parte della Regione Lazio. Ora si apre il percorso in Aula per arrivare all’adozione definitiva. 

Lo strumento urbanistico che abbiamo progettato e approvato nella scorsa consiliatura – e che stiamo portando avanti con l’attuale Amministrazione – punta a riqualificare soprattutto i tratti di costa oggi in stato di degrado, garantendo al contempo il diritto all’accesso e alla libera fruizione del patrimonio naturale pubblico. 

Quando lo abbiamo elaborato, ho voluto da subito un’area ampia dedicata alle attività sportive. Perché? Perché lo sport in mare e sugli arenili genera sviluppo turistico, benessere sociale e nuove opportunità economiche. 

Partiamo da un principio chiave: lo sport si può fare ovunque, nel rispetto delle regole. Ma alcune aree devono diventare poli strategici per discipline che per anni sono state ignorate. Aver inserito lo sport nella nostra Costituzione significa anche questo: garantire accesso, inclusione e pari opportunità, anche sulle spiagge di Roma. 

Il nostro compito è creare condizioni reali di crescita per tutte le realtà e le associazioni che lavorano sul campo, senza intermediari che rallentano o scoraggiano chi investe energie, risorse e tempo nella promozione dello sport in mare e sugli arenili. 

È tempo che il nostro litorale smetta di essere un tema sospeso e diventi un asset strategico per la città. Ora tocca a noi farlo accadere, con concretezza e responsabilità.

lunedì 24 novembre 2025

Gli sport acquatici un patrimonio scarsamente valorizzato dalla Capitale

Gli sport acquatici e quelli sulla sabbia sono un patrimonio che Roma e il suo Litorale non stanno ancora valorizzando appieno. 

I campionati mondiali di beach volley del 2022 furono giocati a Roma. Ma non sulla sabbia di Ostia: su quella riportata nel Parco del Foro Italico. È come organizzare un campionato internazionale di vela non sul Tirreno, ma nel laghetto dell’EUR, i conti non tornano. 

L’acqua è un’infrastruttura già esistente: non richiede costruzione, solo organizzazione. La sabbia è una risorsa preziosa, ma non servono grandi investimenti per ricavarne degli spazi sportivi. 

Purtroppo Roma Capitale investe poco sullo sport - da sempre; basta leggere il bilancio. Stiamo sprecando un potenziale enorme che potrebbe attirare giovani, turisti, federazioni e investitori.  

Dobbiamo usare gli sport acquatici e su sabbia come leva permanente (non stagionale!) di sviluppo. Dobbiamo investire di più. Dobbiamo avere un po' di sana immaginazione. 

Ps. questo è il Beach Volleyball World Pro Tour 2024 in Portogallo.

venerdì 21 novembre 2025

Un impianto sportivo gratuito in ogni Municipio di Roma

Su questo mi sono battuto tanto, lo sapete: un impianto sportivo inclusivo e aperto in ogni Municipio. 

È come lo Skate Park di Ostia, che abbiamo realizzato: uno spazio pubblico gratuito dove tutti possono fare sport. Ma che genera anche un indotto economico per il territorio. 

A differenza degli altri impianti, per accedere e fare attività sportiva hai una scelta. O fai i corsi di formazione, o pratichi comunque lo sport che ti piace, perché l’impianto è aperto come fosse un parco pubblico. Questa è accessibilità allo sport! 

Sia chiaro, non voglio sostituire l’attuale gestione degli impianti: voglio che ci sia una convivenza e che si punti sulle specialità emergenti. Rafforzare l’offerta sportiva e distribuirla nei quartieri, soprattutto nelle periferie. Dobbiamo trasformare parchi e spazi urbani in poli sportivi inclusivi. Così il quartiere si riqualifica e tutti guadagnano un luogo di sport, svago e incontro.

 

giovedì 20 novembre 2025

Maratona, un bene da far conoscere "di corsa" ai cittadini romani

Funziona così: la maratona di Roma manda in estasi turisti e addetti ai lavori, mentre il romano medio la scopre solo quando trova le strade chiuse. È l’unico evento in cui chi guarda la città da fuori la ama più di chi la vive da dentro. Non fraintendetemi: l’organizzazione è a dir poco perfetta, ma io la voglio vedere dal lato dei doveri di un'Amministrazione: quella capitolina. 

Forse è la manifestazione più affascinante al mondo, spettacolare tra i monumenti della Città Eterna. Ed è un evento che cresce e in continuo miglioramento: peccato che in città non tutti se ne siano accorti, che la manifestazione sia ancora percepita come un qualcosa di elitario, destinato a un pubblico esigente. Di super sportivi, potremmo dire. 

La maratona, in sostanza, è considerata come un evento indirizzato ai runner e ai turisti, ma non ancora ai cittadini romani. Tutto ciò emerge da una ricerca dell’università La Sapienza di Roma condotta in questi giorni, ma per me era già chiaro osservandola da vicino. Siamo di fronte a un clamoroso deficit di visibilità interno alla città e su questo forse la nostra Amministrazione potrebbe fare di più: un vero peccato non poter sfruttare al massimo tutte le sue potenzialità. 

Ed è proprio in questa direzione che c'è quindi molto da lavorare, a livello di fruibilità cittadina e di potenziamento delle infrastrutture sportive, perché le maratone possano diventare un catalizzatore di attenzione e passione per i cittadini romani e non solo per il pubblico di addetti ai lavori. 

Nostro obiettivo deve essere quello di farla diventare un appuntamento spettacolare, imperdibile e televisivo come fosse il derby cittadino, Roma e Lazio, o come gli Internazionali di tennis e il Sei Nazioni di rugby. 

Lavorare per dare a questo settore più entusiasmo, più clamore mediatico e visibilità: in fondo si meritano tutto questo per far crescere ancora di più il mondo della corsa a Roma e nel Paese, e noi dobbiamo farci trovare pronti.

martedì 18 novembre 2025

Diffondiamo nelle scuole le discipline sportive emergenti

Portare lo sport nuovo nelle scuole, senza costruire nuove strutture: usare quello che c’è, meglio e subito. Questo deve essere lo spirito di una nuova progettazione didattico-sportiva. In questi anni si è faticato a proporre modelli innovativi: ebbene, continuare a riqualificare le palestre scolastiche e gli spazi esterni con spalliere e cavalline anni Venti non aiuta lo sport e non è il codice per parlare ai giovani. 

La direzione deve essere un'altra, perché la scuola è il primo luogo in cui nasce la cultura sportiva e dove si formano abitudini che possono durare tutta la vita. Portare nelle scuole, accanto agli sport tradizionali, anche le discipline emergenti significa quindi parlare il linguaggio delle nuove generazioni. 

Tutti nuovi sport urbani e nuovi interventi che attirano ragazzi e ragazze che spesso non si riconoscono nelle discipline classiche, ampliando la base dei praticanti e favorendo una partecipazione più inclusiva e diffusa. Non è concorrenza, è sinergia: le nuove discipline avvicinano i giovani allo sport, generano curiosità, aumentano l’accesso e, alla fine, portano più iscrizioni anche nelle attività tradizionali. 

Se un ragazzo entra a scuola per provare lo skate e poi si avvicina all’atletica o alla pallavolo, abbiamo vinto due volte. Innovazione e tradizione non si annullano: si rafforzano. Lo sport del futuro nasce a scuola, e nasce da un sistema che non divide, ma integra.

lunedì 17 novembre 2025

Per i privati investire nello sport è un'impresa titanica

Paradosso italiano: sei un privato e vuoi investire nello sport? Anziché accoglierti a braccia aperte, lo Stato ti riempie di burocrazia. 

Innumerevoli autorizzazioni da ottenere, un decreto sport scritto all'insegna dell'immobilismo, decreti attuativi che mancano; ce n'è abbastanza per scoraggiare anche l'investitore più zen. 

E invece la politica dovrebbe ascoltare il mondo dello sport, a partire dal presidente Figc, Gabriele Gravina, che chiede percorsi agevolati per i privati che vogliono mettere i propri soldi nello sport italiano. Se questo è un problema per la Figc, figuriamoci per tutte le altre Federazioni più piccole. La burocrazia e i tanti ostacoli amministrativi del nostro Paese generano ritardi, opere iniziate e mai concluse, costi che lievitano. 

A Roma, città che deve assolutamente puntare su nuovi impianti sportivi, si fa fatica ad andare avanti nonostante tutti i vantaggi portati dal Giubileo: cosa succederà quando si tornerà all'ordinaria amministrazione?