E le scelte dicono chi sei e cosa vuoi. Dicono cosa vuoi fare — o cosa non vuoi fare — in politica, per il tuo Paese.
Ecco, io non voglio lasciare che per i prossimi dieci anni sia Giorgia Meloni a governare. Con una destra che porta avanti riforme come l’autonomia differenziata, che spacca il Paese; il premierato, che concentra il potere nelle mani di una sola persona; i tagli alla sanità e alla scuola pubblica, che colpiscono i più fragili; e una gestione dell’immigrazione disumana, che calpesta la dignità delle persone.
E poi ci sono le scelte nelle Regioni, dove la destra mette in discussione i diritti civili, riduce i fondi per il disagio sociale, e dimentica chi ha più bisogno di sostegno.
Ma c’è anche una visione diversa di città: loro la vogliono fatta di cemento e rendite, noi la vogliamo fatta di spazi pubblici vivibili, mobilità sostenibile, trasporto pubblico efficiente e rigenerazione urbana vera, non speculazione edilizia travestita da sviluppo.
E siccome mi rimane sicuramente meno tempo di quanto ne ho già vissuto per cercare di cambiare le cose, voglio un Movimento 5 Stelle capace di dare risposte alla gente e di essere indispensabile per riportare le persone a votare.
Questo, oggi, vale più di qualche punto percentuale — che, se dimostreremo di essere all’altezza, recupereremo presto con gli interessi.
No, non voglio essere inutile.
Voglio un’Italia — e voglio che la mia città — possano scegliere la solidarietà, l’uguaglianza e la giustizia sociale.
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